“Io sono un artista visuale e lascio fare a chi, molto meglio di me, riesce a descrivere l’idea che ho di Dynamo Camp. In questi giorni sto leggendo il libro Città Invisibili, di Italo Calvino e in un passaggio Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra…
– Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? – chiede Kublai Kan.
– Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra, – risponde Marco, – ma dalla linea dell’arco che esse formano.
Kublai Kan rimase silenzioso, riflettendo. Poi soggiunse: – Perché mi parli delle pietre? È solo dell’arco che mi importa.
Polo risponde: – Senza pietre non c’è arco.”
Valerio Berruti ha portato a Dynamo Camp l’iconica figura del bambino al centro della sua produzione. A partire dalle linee essenziali di volto, braccia e gambe, ciascun Camper ha potuto personalizzare la propria immagine per creare una composizione corale.