Emilio Isgrò, artista e poeta noto per aver introdotto la cancellatura nei più diversi linguaggi dell’arte contemporanea, è stato il protagonista di uno dei laboratori che si sono svolti presso la Triennale di Milano.
Le parole e le pagine dei libri sono per lui strumenti per andare alla ricerca della meraviglia: cancellando alcune parole e isolandone altre, si possono creare significati inediti e imprevisti.
Come afferma l’artista stesso, “si cancella per svelare, non per distruggere”, riuscendo così a far emergere un messaggio che già esiste ma che non si riesce a vedere subito.
“Scelgo le parole da cancellare sulla base del testo che ho davanti con una tecnica di sottrazione, non lontana da quella che Michelangelo impiegava nella scultura, operando con lo scalpello per tirar fuori una forma intrappolata nella materia stessa.”