Veronica Gaido nasce a Viareggio nel 1974 e muove i primi passi nel mondo della fotografia ancora adolescente, trasferendosi prima a Milano, dove studia all’Istituto Italiano di Fotografia per poi affinare il suo talento attraverso diverse esperienze nelle più prestigiose scuole di arti visive europee. Nel 2001 in occasione della Biennale di Venezia curata da Harald Szeemann collabora alla creazione del
“Bunker Poetico” di Marco Nereo Rotelli. Nell’agosto del 2002 tiene la sua prima mostra personale
“Sabbie Mobili” curata da Maurizio Vanni, nello spazio di Massimo Rebecchi a Forte dei Marmi. Ha esposto ed espone in diverse gallerie e contesti a livello nazionale e internazionale.
Luce e spazio: l’arte di Veronica Gaido nasce dall’osservazione attenta degli elementi, dalle strutture monumentali ai dettagli più minuti, al movimento. Attraverso la fotografia e l’uso della lunga esposizione, esplora l’energia nascosta nelle architetture, nei corpi nudi e nelle forme che la circondano. Il suo lavoro si distingue per l’uso sapiente di riflessi, sovrapposizioni e prospettive inaspettate, dando vita a immagini che vanno oltre la semplice rappresentazione della realtà. La lunga esposizione diventa così strumento per restituire un tempo esteso, dilatato, che si imprime sull’immagine lasciando tracce di presenza e movimento. Nei secondi di apertura dell’otturatore della fotocamera, l’artista dà vita a pura poesia
fatta di vibrazioni, sentimenti, rimandi e nostalgie, superando la distinzione tra immagini, in una lunga esplorazione usata come strumento per restituire “un tempo esteso” che, come un’onda sul bagnasciuga, si infrange per lasciare traccia del suo passaggio.
Le sue opere più recenti combinano astrazione ed elementi concreti, creando immagini che suggeriscono piuttosto che descrivere.