Matteo Nasini (Roma, 1976) è un artista la cui pratica prende forma a partire dallo studio del suono, che viene indagato dalle sue origini, sino alle sue manifestazioni fisiche e nei suoi legami profondi con l’esperienza umana.
Diplomato in contrabbasso presso il Conservatorio di Santa Cecilia nel 2002 e membro dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta da Riccardo Muti, Nasini ha sviluppato una poetica che intreccia sensibilità musicale, ricerca tecnologica e riflessione antropologica.
La sua ricerca prende forma attraverso installazioni sonore, performance, opere tessili, sculture e oggetti ibridi in cui materia sonora e materia plastica si fondono, dando corpo a visioni che esplorano il rapporto tra l’individuo, il tempo e il cosmo. L’interesse per il suono come forma primordiale di conoscenza e relazione con il mondo è centrale in progetti come Neolithic Sunshine (Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro, 2018) e Sparkling Matter (Galleria
Nazionale d’Arte Moderna, Roma, 2017), dove l’artista ha studiato strumenti musicali preistorici e processi di traduzione neuroscientifica delle onde cerebrali durante il sonno in
eventi sonori.
Nasini è tra i pochi artisti italiani ad aver elaborato una ricerca cosi raffinata e coerente sul suono, capace di coniugare arte, scienza e spiritualità in un’indagine sul posto che occupa l’essere umano nella Terra e nel cosmo. Le sue opere più recenti, come i gruppi scultorei in ceramica e stampa 3D, riflettono una continua tensione tra arcaico e tecnologico, tra passato e futuro, tra realtà e sogno.
Parallelamente alla pratica artistica, Nasini svolge attività didattica presso la NABA – Nuova
Accademia di Belle Arti di Milano, contribuendo alla formazione delle nuove generazioni di artisti e arricchendo, attraverso il dialogo con gli studenti, anche la propria ricerca personale.